La carta pesta è una arte che mi affascina da sempre!
Con questa tecnica si possono creare oggetti piccolissimi ed indossabili, oppure decori ed arredi ed ancora grandi, importanti ed impegnative installazioni come potrebbero essere i carri di carnevale di Viareggio!
Se sono riuscita ad alimentare la tua curiosità allora ti consiglio di non smettere di leggere questo articolo e di seguirmi nelle prossime uscite perché saranno davvero speciali ed interessanti.
Ti porterò dal sud al nord e conosceremo insieme non solo le varie tecniche che hanno a che fare con essa ma, cosa ben più interessante, conoscerai artisti e le loro storie tutte diverse ma con dei grandi comuni denominatori: passione e tenacia.
Ciao, sono Concetta, paper artist specializzata nel quilling.
Ti racconto del mio mondo fatto di carta e creatività, delle artiste, nazionali ed internazionali, che hanno toccato le corde della mia anima.
Il mio sguardo è attento all’ecosostenibilità ma sempre con un gusto essenziale e romantico.
Cartapesta, definizione e tipologie
La definizione che ci indica l’enciclopedia online Treccani è la seguente:
“CARTAPESTA (fr. papier mâché, carton-pâte; sp. cartón piedra; ted. Papiermaché; ingl. papier mâché)
Giovanni Cesconi
È una massa plastica costituita da cartaccia triturata, oppure da pastalegno, cellulosa o simili materie fibrose, e da un mezzo cementante, aggiunto per darle consistenza e durezza. Impropriamente si dicono di cartapesta anche gli oggetti costituiti da uno strato di fogli di carta sovrapposti e incollati fra loro col comprimere in forme adatte lo strato ancora umido, ammorbidendolo e impregnandolo con colla.
In entrambi i casi, come prodotti finali si ottengono corpi elastici, leggieri, resistenti e quasi infrangibili, con i quali, dopo opportuni trattamenti di finitura, si possono imitare fedelmente gli oggetti più svariati, come scatole, barattoli, cornici, parti di mobili, blocchi, vasi artistici, articoli di avorio, di corno, di porcellana, di metallo, ecc…”
Le principali tipologie di cartapesta
Dalla definizione emergono due differenti tecniche ed entrambe vengono definite con il nome di carta pesta:
- Cartapesta macerata
- Cartapesta a strati
La cartapesta macerata parte proprio dalle cartacce triturate, che seguendo diversi e complessi metodi di macerazione arrivano a formare un agglomerato modellabile che una volta essiccato risulta estremamente leggero.
La cartapesta a strati al contrario parte dalla forma che si vuole dare all’oggetto e si lavora con piccole striscioline di carta e colla ottenendo così la consistenza e la forma che maggiormente si desidera.
Entrambe le tecniche utilizzano materiali di carta di recupero rispettando ed alimentando una catena eco sostenibile
Cartapesta a strati, il fiabesco mondo di Mariapia Gambino
Oggi ti presento un’artista che con la sua passione ed abilità tecnica, ma soprattutto con il cuore, riesce a creare oggetti che definisco animati, perché guardandoli si riesce ad entrare nella parte più intima della loro ideatrice e realizzatrice.
Gli oggetti di cartapesta creati dall’artista ci parlano silenziosamente con l’espressione dei volti dipinti con cura, con la fantasia dei soggetti realizzati e con le morbide e sinuose forme: entriamo, in punta di piedi, nel suo mondo fatto di carta, colori e tanta ricerca e studio.
Sono felicissima di presentarvi Mariapia Gambino.
Mariapia Gambino, conosciamo l’artista
Questa volta ho avuto il piacere enorme di conoscere personalmente Mariapia nella sua splendida città di adozione, Faenza, ed è stato un momento davvero intenso.
Insieme abbiamo parlato molto, facendo un giro nel centro storico di Faenza e poi terminando la visita nella sua bottega che è un vero angolo fatato.
Mariapia è di origine siciliana, e proprio nella sua terra che ha iniziato ad appassionarsi alla carta e soprattutto alla ceramica.
Faenza è stata scelta da Mariapia per frequentare uno dei corsi più prestigiosi in Italia sulla ceramica e in particolare sul Restauro conservativo della ceramica e del vetro nel 2003.
Nel 2010 il percorso artistico di Mariapia prende una svolta interessante riavvicinandosi alla tecnica affascinante della cartapesta.
Proprio in quel momento si riaccende in Mariapia una vera e propria spinta creativa che la porta a comprendere che questa particolare strada espressiva le avrebbe regalato grandi soddisfazioni e importanti riconoscimenti nel suo percorso.
Cartapesta, cuore ed anima: la straordinaria metamorfosi di un’artigiana siciliana
Dalla ceramica, in particolar modo dal restauro museale, alla carta pesta, qual è stato il percorso emotivo?
La ceramica e la carta pesta fanno parte del mio percorso sin da quando sono bambina.
A Sciacca, spesso amavo andare nei laboratori dei maestri cartai e rimanevo incantata osservando come modellavano la carta creando opere fantasiose e fiabesche.
La ceramica è stato il motivo per cui sono andata fuori dalla mia Sicilia, e per diversi anni ho lavorato come restauratrice della ceramica collaborando con diversi enti pubblici e privati in Italia ed in Germania.
Nonostante amassi il mio lavoro mi rendevo conto che la mia anima non era appagata totalmente e per esplorare e dare voce alla parte più intima decisi di riprendere in mano la carta.
Non è stato un passaggio netto, ed ancora oggi il mio lavoro si divide tra oggetti in ceramica e oggetti creati con la tecnica della carta pesta, ma è nella carta che sono riuscita a liberarmi dalla “rigidità” del mio lavoro e delle sue regole dando voce alla parte più intima di me.
Quali sono i passaggi che ritieni siano stati importanti per il tuo percorso di successo e per ottenere la stima e l’ammirazione che hai raggiunto?
Se ti dovessi dire che ho seguito una strategia ti mentirei.
Da sempre nella mia vita la passione e l’ascolto dei miei pensieri più profondi sono stati un faro.
Quando ho iniziato a sporcarmi le mani di nuovo con la carta, colla e colori, non avevo minimamente idea di tutto quello che sarebbe arrivato, ma una cosa era certa: riuscivo ad essere soddisfatta di quello che creavo e così iniziai a pensare di partecipare a qualche mercatino con i miei oggetti di cartapesta.
Sono stati anni in cui c’era tanto lavoro, studio, ricerca ma sinceramente pochissimo guadagno, però sentivo che poteva diventare di più.
E poi l’arrivo dei social, ho iniziato a pubblicare qualche mia creazione ed ho notato che le persone apprezzavano e mi facevano domande ed alcune volte richieste.
E’ stato un susseguirsi di grandi emozioni che mi hanno portato, dopo alcuni anni e con non poca paura, ad aprire la mia bottega.
Avere un posto dove esporre le mie creazioni ha dato alla mia arte riconoscimento ed autorevolezza aiutandomi in tutti i progetti a seguire.
Cartapesta e Gallerie: un connubio creativo che celebra l’eccellenza artigianale dell’artista.
I tuoi oggetti hanno la particolarità di intrecciare nel corpo principale di cartapesta del filo di ferro, come è nata questa scelta?
E’ stato un caso, ma un caso nato da tanta ricerca.
Avevo presentato domanda alla Galleria Comunale alla Molinella per poter esporre le mie creazioni.
Tra i numerosi artisti che avevano partecipato, sono stata seleziona insieme ad altri due artisti.
Ci è stata data la libertà di scegliere il tema che meglio ci rappresentava .
Sebbene nessuno di noi fosse a conoscenza delle scelte tematiche degli altri, ci siamo ritrovati, in modo del tutto inconsapevole, a dar vita ad opere che, in un modo o nell’altro, avevano a che fare con il tema della memoria e dei ricordi.
Personalmente, seguendo totalmente il mio istinto, iniziai a ricercare, come in un viaggio di ricordi, i giochi che amavo da bambina e da lì continuai andando a ritroso nel tempo.
Più il mio studio e la ricerca andava avanti e maggiormente la mia mente si affollava di idee e bozzetti .
Dopo una fase importante di ricerca e studio, c’è stata la fase della prototipazione, ed è li che è nata l’idea di unire questi due elementi.
Ho un ricordo meraviglioso di questa prima mostra, “Carteggi” alla Molinella, dove ho esposte le mie opere in cartapesta.
Il mio flusso artistico era così forte che riuscii a creare 20 oggetti o forse più, in poco più di un mese lavorando senza sosta.
Questi oggetti sono unici ed irripetibili e sono stati tutti venduti con mia grandissima soddisfazione.
Come è nata la scelta di partecipare a mostre ed installazioni nelle gallerie d’arte : un caso o una scelta strategica del tuo lavoro?
La prima volta è stata la dea bendata.
Infatti la prima installazione è stata una richiesta che mi ha stupito, ma come ho raccontato prima, mi ha lasciato talmente tante emozioni che ho sempre pensato di non poter abbandonare questo impegno.
Nelle mostre e nelle installazioni riesco a liberarmi di ogni ristrettezza o condizionamento e ritrovo la bellezza della progettazione istintiva e libera.
Dalla produzione all’insegnamento, la duplice anima di Mariapia Gambino
Mi sembra di comprendere che la tua attività porta avanti tre filoni principali che sono anche molto diversi tra loro, come riesci a conciliare l’organizzazione e nel caso a quale rinunceresti?
E’ vero la mia attività consta di due diverse produzioni e dei corsi sulla cartapesta che mi hanno accompagnato sin dall’inizio.
Nel lavoro di un’artigiana ci sono dei momenti in cui la produzione rivolta ad un pubblico più numeroso, caratterizzata da commissioni e richieste spesso personalizzate, detiene il sopravvento.
Quando poi sono esaurite le commissioni private si ritorna ad una realtà dove c’è spazio per i corsi e per lavori e progettazioni di soggetti nuovi che nascono da studi ma anche da esigenze dell’animo.
E’ proprio in questi momenti che la mia creatività è al massimo della sua espressione e tutti i soggetti che realizzo sono pezzi unici e difficilmente ripetibili.
Questi soggetti vanno a riempire mostre o sale di galleria d’arte e questo logicamente mi riempie di gioia.
I tuoi corsi sulla cartapesta sono bellissimi, ricchi di consigli e molto generosi. Non hai mai avuto timore nel diffondere la tua arte?
Alcune volte è capitato di trovare mie corsiste che proponevano pedissequamente oggetti molto simili a quelli da me creati senza una contaminazione e rielaborazione personale.
Non nego che vedere così poco rispetto nel lavoro e nello studio di un’artista dispiace molto ma, credo che al disopra di questa paura, la condivisione delle tecniche antiche sia un’ impegno importante che esula dal valore economico.
Credo molto nel potere della divulgazione e della condivisione : la vera forza è nella relazione che si instaura spesso tra chi come me crea il corso e chi lo frequenta .
Il dialogo che ne scaturisce diventa un momento di crescita fondamentale per tutti.
E’ questo il principale motivo per cui amo e continuerò a proporre i miei corsi sulla cartapesta.
Memorie emozionanti e nuovi progetti ambiziosi dell’artista
Se dovessi pensare ad un tuo lavoro che ti ha lasciato delle emozioni e dei momenti indimenticabili potresti indicarne uno?
Ho avuto la fortuna di collaborare con molte gallerie di arte e fare installazioni in strutture bellissime .
Indicarne una è davvero difficile ma sicuramente tra le mie più amate è quella che ho creato in occasione della mostra di Italo Calvino sulle “Città invisibili”.
Questa opera è nata nel 2018 ed era un progetto più grande che vedeva coinvolti tredici artisti ad interpretare il famoso racconto di Italo Calvino.
Questo progetto diventò una mostra importante che riscosse grande successo.
A me fu assegnata “Zenobia”, la città sottile.
Fu un lungo lavoro di studio e di progettualità arrivando ad una realizzazione finale di grande impatto artistico ed emotivo.
Anche in questo caso sono riuscita a vendere l’installazione a collezionisti sia italiani che stranieri lasciandomi una piccola parte che va ad arricchire la mia personale collezione.
Vuoi raccontarci qualcosa sui tuoi progetti futuri?
I progetti sono davvero tanti ma uno su tutti è quello di organizzare e lavorare per una mia personale.
E’ sicuramente un progetto ambizioso e molto faticoso ma ogni volta che mi sono approcciata a questo tipo di lavoro, lasciando scorrere il flusso artistico con estrema libertà, esco sempre rinnovata nell’animo e nello spirito.
Conclusioni
Il percorso artistico di Mariapia Gambino è molto particolare ed intenso.
La sua storia mi ha profondamente commosso regalandomi una serie di riflessioni che traggono spunto da due concetti fondamentali :
- Lasciarsi guidare dall’istinto primordiale, inteso come ascolto attento e consapevole dei nostri sentimenti più intimi e profondi
- L’importanza imprescindibile dello studio, della ricerca e della dedizione per aprirsi a nuovi orizzonti creativi
Talvolta si pensa che una solida strategia e un’attenta organizzazione siano essenziali per far decollare il nostro progetto artistico.
Non si deve dimenticare la bellezza di lasciare agire anche il caso, di aprirci all’imprevedibile e all’inaspettato.
Attenzione, non parlo di abbandono totale all’improvvisazione, bensì della necessità di mantenere aperte finestre di ascolto verso noi stessi e verso il mondo esterno.
Il puro talento non basta mai!
Dietro ogni storia di grandi successi e di straordinarie capacità c’è sempre uno sforzo instancabile fatto di studio, impegno, ricerca ed una tenacia senza limiti.
Se anche tu hai una passione nascosta non esitare: i tuoi sogni possono realizzarsi, con costanza, passione ed impegno.
Se vuoi condividere con me la tua passione o le riflessione suggerite dall’esperienza artistica di Mariapia Gambino ti aspetto nei commenti!
Ringrazio Mariapia per la piacevole giornata passata insieme, per il tempo condiviso e per aver aperto le porte della sua bottega e del suo animo.
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